Cinema

Orso d'oro al cinese Wang Quan'an

Orso d'oro al cinese Wang Quan'an

«Il matrimonio di Tuya» del quarantunenne regista mongolo Wang Quan'an è stato il miglior film del Festival di Berlino, conquistando l'Orso d'Oro, premio assegnato da una giuria spaccata: 4 contro 5, ha detto durante la cerimonia di chiusura il Presidente Paul Schrader, lasciando intendere non pochi dissapori tra i giurati. Grande sconfitta Marianne Faithfull, apprezzatissima interprete di quello che alla vigilia era uno dei veri favoriti della stampa e soprattutto del pubblico: «Irina Palm» di Sam Garbarski, lasciato invece inesorabilmente alla porta. La Giuria, insomma, s'è spaccata su un film come «Il matrimonio di Tuya», opera cinese di antropologico realismo, ambientata in una Mongolia stentatamente rurale che resiste alle pressioni della nuova Cina industriale, e dedicata alla figura forte di una fiera contadina divisa tra il marito malato dal quale ha divorziato e un nuovo pretendente che la vorrebbe portare con sè in città, lontano dalla steppa. L'Italia rimane a bocca asciutta, nonostante abbia partecipato con opere ben accolte come "La masseria delle allodole", un film dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani sulla tragedia del genocidio degli armeni ad opera dei turchi. Minore successo per "In memoria di me" di Saverio Costanzo, piuttosto maltrattato dai critici tedeschi. Il giornalista Gianni Minà è stato premiato con una «Berlinale Kamera» per la sua attività di documentarista. Altri premi:l'Orso d'Argento/Gran Premio della giuria è andato all'argentino Ariel Rotter per "El Otro", il cui protagonista l'argentino Julio Chavez ha ricevuto l'Orso d'argento per il miglior attore. L'Orso d'Argento per la migliore attrice è invece andato alla tedesca Nina Hoss, per "Yella" di Christian Petzold. L'israeliano Joseph Cedar ha ricevuto l'Orso d'argento per la regia con il film "Beaufort". Il premio Alfred Bauer, per l'opera che apre più prospettive, è andato a 'Sono un Cyborg' del sudcoreano Park Chan-wook.